Al timone della storia
YWI 2002
La Monaco Classic Week rappresenta dal 1994 una piacevole sintesi di yacht spettacolari, marineria e mondanità. Yanchting World Italia ha partecipato alle regate su Partridge, un affascinante cutter aurico di Camper & Nicholsons, la barca più antica: 1885!
Eh si, incontrare Grant Dalton in smoking impeccabile, non può che capitare allo Sporting di Montecarlo, durante La Notte dello Yachting, il 21 settembre.
Mi fa quasi impressione vedere il rude marinaio neozelandese senza cerata, mentre ritira il premio Personnalité de la Mer da Alberto di Monaco: un riconoscimento a chi si è distinto nello yachting, come ad Eric Tabarly, Juan Carlos di Borbone, Isabelle Autissier e Sa Karim Aga Khan. Se penso poi che dopo soli due giorni, domenica 23, Dalton sarebbe partito da Southampton per la Volvo Ocean Race, con i colori di Nautor, allora l’impressione è ancora maggiore. Certo nel suo curriculum, oltre alla recente vittoria nell’ultima The Race, su Club Med, ci sono ben cinque Whitbread (un II posto assoluto e due tappe vinte) ed una Coppa America (1987 Freemantle), senza dire di tutto il resto.
La Monaco Classic Week, organizzata fin dal 1994 dallo Yacht Club de Monaco, sotto l’egida di SAS il principe Alberto, rappresenta un evento sportivo e divertentissimo che ha trovato perfettamente il suo spazio tra la Veteran Boat Rally di Porto Cervo e gli altri due appuntamenti della season in Costa Azzurra: le Regates Ryale di Cannes – Trophée Prada (dal 22 al 29 settembre) e le Voiles de Sant-Tropez, dal 1 al 7 ottobre, che chiudono il circuito.
Quest’anno siamo stati anche allietati dal concorso di eleganza, una sorta di parata di yacht nella baia di Monaco, di fronte ad una giuria presieduta dalla principessa Beatrice d’Orlean di Borbone.
Nel turbinio di cocktail, parate di eleganza, visite alle navi scuola (tra le altre l’Amerigo Vespucci – talmente grande da dover rimanere alla fonda in rada – le francesi Etoille e La Belle Epoule, Belem, l’ultimo tre alberi francese del suo genere e Capitan Mirando, Uruguay), mostre l’antiquariato di marina e conferenze a tema navale, trovo perfino il tempo di passare un giorno di regata a bordo dello yacht più antico del circuito per barche d’epoca: Partridge, cutter aurico a chiglia profonda, dal lungo bompresso, dall’inconfondibile dritto di prua verticale. Progettato da J. Beavor Webb, lo stesso di Genesta e del challenger di Coppa America del 1886 Galatea, fu varato da Camper & Nicholsons a Gosport nel 1885, madrina d’eccezione Miss Nora Laphtorn – ricordate le vele Ratsey & Laphtorn? – dopo cinque soli mesi di costruzione.
Si tratta di tipico yacht vittoriano per crociere in giornata ed occasionali regate di armatori. Se ne trova menzione sul Hunt’s Yachting Magazine, nella descrizione di una regata del 1886 tenuta dal Royal Torbay Yacht Club.
L’idendificazione e la ricostruzione della storia di Partridge, da quando nel 1979 Alex Laird la trovò – relitto – appoggiata melanconicamente su di un fianco, sul greto del Blackwater a Tollesbury, è veramente affascinante: un vero mosaico da riempire pazientemente di tasselli.
Alex deve aver passato davvero non poco tempo a consultare i registri dei Lloyd’s, inseguendo una barca che ha cambiato almeno tre nomi (Tanagra, Rupee, Pollie) e decine di armatori.
All’inizio si conoscevano solo due indizi sul relitto: 1) che ad un certo punto il suo nome era stato Tanagra; 2) che era stata trovata una scritta – Harry 1885 – incisa su di un vecchio baglio di coperta. Da questi dati è potuta iniziare la lunga ricerca. E paziente è stato il lunghissimo restauro – 20 anni! – il più fedele ai piani originali. È stato possibile mantenere il legno del paramezzale, il corrente di sentina di teak (corso di fasciame posto longitudinalmente lungo l’ossatura della nave per rinforzarne la struttura; è sistemato in corrispondenza dei madieri e dei ginocchi) e quasi tutto il fasciame dello scafo. L’ispezione dell’interno dell’unico argano, ha rivelato i segni delle asce da carpentiere, lasciate dai mastri di Camper & Nicholsons nel 1885.
Interessante anche il design. Il principio del Tonnage Cheating (truffa della stazza), vale a dire il deliberato tentativo di trovare delle falle nei regolamenti di stazza, si era affermato a metà dell’Ottocento: Partridge e tutti gli yacht da regata del suo periodo venivano progettati con volte di poppa lunghissime perché la linea di galleggiamento veniva misurata a barca ferma; una volta sbandata ed in movimento la barca, la lunga poppa avrebbe incrementato la lunghezza di galleggiamento ed aumentato quindi la velocità, senza essere penalizzata dal regolamento. Ma anche la moda ed il senso estetico avevano allora un’importanza fondamentale: lo stesso principio, ben noto, avrebbe potuto essere applicato alla prua, adottando per esempio una prua a clipper dal notevole slancio. Eppure sarebbe stato chiedere troppo ai progettisti dell’epoca: l’eleganza della prua dritta resistette fino a dopo la I Guerra Mondiale. Come mi spiega la gentile armatrice dal nome austeniano, Emma – very British! – la prua “dritta” ed il forte slancio di poppa di Partridge sono il piacevolissimo risultato di influenze storiche, regolamenti ed anche molto semplicemente, di moda: gli anni precedenti la sua costruzione, i regolamenti di regata (soprattutto lo spesso modificato Builder’s Measurement Rule del 1836, nato dal Builder’s Old Measurement del 1773) avevano teso a penalizzare la lunghezza della chiglia piuttosto che quella del galleggiamento. Questa la causa della superba e slanciatissima ruota di poppa di Partridge: 22 affascinanti metri di storia attualmente in cerca di un nuovo armatore colto e sensibile!