riportiamo dai quotidiani locali Lo Schermo
LUCCA, 19 dicembre – Centododici milioni di euro di evasione fiscale internazionale da parte della Perini Navi e quote e azioni per 26 milioni di euro posti sotto sequestro all’azienda viareggina che opera nel settore dei velieri di lusso da parte della Guardia di Finanza. E’ questo il bilancio dell’operazione ‘Rue Beaumont’ della Guardia di Finanza, iniziata nel 2010 e arrivata adesso a conclusione.
A monte dell’operazione vi sono dei controlli fiscali nei confronti della Perini Navi spa, da cui erano emersi dei collegamenti tra la società versiliese e alcune ramificazioni del gruppo: una vera e propria holding che aveva sede in Lussemburgo. Di fatto, in questo non ci sarebbe niente di male per l’ordinamento italiano, ma se questo éscamotage viene adottato per evadere le tasse, la Guardia di Finanza ha qualcosa da eccepire. E così è stato.
L’indagine, infatti, si è estesa ad altre società del gruppo che operano in vari settori: dal nautico, al cartario, al biomedicale, all’immobiliare e al meccanico, tutte riconducibili a Fabio Perini. Ogni settore operativo risultava far capo alla holding lussemburghese con sede in Rue Beaumont.
Sotto la direzione del pubblico ministero titolare delle indagini, dottor Piero Capizzoto, le Fiamme Gialle lucchesi hanno portato alla luce che direzione e controllo delle società lussemburghesi avvenivano, nei fatti, tutte a Viareggio, contrariamente a quello che appariva, invece, dai documenti, i quali facevano capire che le società estere fossero amministrate autonomamamente nel Granducato. A quel punto, è stato chiaro che si trattava di società ‘estero-vestite’, ovvero costituite ad hoc per ottenere – anche indebitamente – dei benefici fiscali.
Dall’attenta analisi del materiale e dei computer della Perini Navi, è emerso che dalla cittadina versiliese partivano disposizioni di dettaglio sulle scelte strategiche dell’intero gurppo, sulle modalità di gestione finanziaria delle stesse società lussemburghesi, arrivando persino a indicare agli amministratori esteri gli importi, le date e i mittenti, nonché i destinatari dei bonifici. Tutti questi elementi hanno fatto considerare le società in Lussemburgo, di fatto, italiane a tutti gli effetti e, quindi, soggette alle norme tributarie italiane.
A quel punto, le Fiamme Gialle lucchesi si sono trasferite in Lussemburgo per approfondire questo aspetto: qua sono state effettuate perquisizioni della sede in Rue Beaumont e i documenti che vi sono stati trovati hanno permesso alla Procura di Lucca di indagare per omessa dichiarazione di oltre 80 milioni di euro 10 persone, delle quali 8 domicialiate fiscalmente in Lussemburgo. Inoltre, sono state eseguire 15 verifiche fiscali che hanno quantificato un recupero a tassazione in Itlaia di una base imponibile di circa 112 milioni di euro a cui corrispondono 36 milioni di imposte dirette da pagare.
Tale importo è frutto, in buona parte, di una duplice cessione di partecipazioni, per complessivi 378 milioni di euro, eseguita tra alcune delle società solo nominalmente estere, al vertice della holding relativa al settore navale, finalizzata alla rivalutazione – da 15 a 200 milioni circa – delle società Perini Navi e Perini Istanbul.
Al termine di un complesso giro delle partecipazioni, all’interno delle società della holding lussemburghese, si sono infatti realizzate due plusvalenze di 185 milioni e di 193 milioni di euro, che hanno beneficiato della totale esenzione da imposte, grazie alla favorevole normativa lussemburghese, mentre in Italia il 16 per cento sarebbe stato tassato all’aliquota ordinaria dell’IRES (33% nel 2007), ottenendo un risparmio di imposte quantificato, per questa sola operazione, in circa 20 milioni di euro.
A conclusione delle indagini penali è stata proposta la confisca per equivalente di quote e azioni societarie nella disponibilità di Fabio Perini, sino alla concorrenza di 26 milioni di euro.
(fonte Lo schermo .it Qotidiano online – La Nazione Viareggio)