Tacchi sul Teak
Donne e barche d’epoca – seconda puntata. Elizabeth Meyer e Maria Laura Berlinguer. Due mondi opposti, due esperienze diverse, ma un identico amore: il mare, vissuto da una solida e antica coperta di teak!
Continua la saga delle donne che hanno legato la loro vita per le ragioni più diverse all’oggetto del nostro amore… “nautico”: le barche storiche. Navigatrici, armatrici, restauratrici, comandanti, broker, ospiti entusiaste: non importa la ragione del loro legame, ma l’unione del loro fascino a quello delle “vecchie signore” del mare.
L’americana Elizabeth E. Meyer ha legato il suo nome ad alcune tra le più mirabolanti imprese nello yachting, il restauro dei J Class Endeavour e Shamrock V: tanto per capirci! È una delle donne più competenti ed appassionate sulla piazza… anzi sulla banchina. Nel 1984 fonda la Endeavour Inc., per uno dei restauri più noti ed impegnativi del mondo, quindi, nel 1988, la J Class Management, società di broker specializzata nella gestione, restauro, vendita e charter di yacht d’epoca. Su questa tipica esponente dell’establishment wasp, particolarmente innamorata dello yachting edoardiano, si potrebbe scrivere un libro, per quanto ha fatto nel mondo che amiamo.
Le ho chiesto quale sia la scintilla che ha acceso questa “insana” passione: “Come molti altri, ho amato gli yacht classici fin da molto giovane – ha risposto – penso che il mio primo amore sia stato uno sloop Atlantic Class. Ne trovai una fotografia in un libro sui monotipi e da quel momento rimasi semplicemente stregata. Ma quello non fu che il primo di una lunga serie: non si può certo dire che non abbia molto amato! Ebbi un flirt con Corsari, l’enorme yacht a propulsione mista vela-vapore di J.P. Morgan. Quindi fu la volta di Atlantic, Endeavour, Westward, Ticonderoga; quindi mi innamorai degli yawl Concordia [ne ha scritto anche un libro], delle lance Faye e Bowen, delle aragostiere da regata dell’Isola di Beale, delle Gar Woods (agugliere), delle barche a remi di Whithehall, delle canoe di Old Town, degli schooner di Seawanhaka: e la lista non finirebbe mai. Mi piacerebbe poter restaurare o costruire la replica di ogni grande yacht del mondo che ne abbia bisogno o lo meriti e mi auguro di farlo il più possibile: almeno per quanto una singola esistenza lo permetta!”. E ce la sta mettendo proprio tutta: Halloween di William Fife, Victoria di L. Francis Herreshoff, Victoria, Savannah, Cangarda [cfr. Yachting World Italia n° 8, agosto, Vele d’Epoca], solo per citare qualche esempio eclatante. Torneremo presto a parlare di lei, ma cambiamo continente, panorama ed esperienze e veniamo in Italia.
Uno specchio d’acqua trasparente e cristallina proprio davanti all’Asinara, isola incontaminata del Nord della Sardegna, ha fatto da “culla nautica” a Maria Laura Berlinguer, appassionata velista fin da quando, neonata, veleggiava – vela latina of corse – sotto l’occhio vigile del padre a bordo di Oloturia, il bellissimo gozzo costruito a Carloforte, che dal 1952 è l’Ammiraglia di famiglia: nove metri e mezzo di amore: “La passione per la vela è nata con me – afferma la giovane imprenditrice dalla scrivania del suo ufficio di Roma – e appena posso scappo in Sardegna, a Stintino, per rilassarmi ed occuparmi della barca che ha bisogno di cure continue, quasi come un bambino”. Proprio a Stintino ha “imparato” la vela, iniziando a regalare insieme al padre, Paolo e allo zio Enrico, anche lui grande velista. Gli avversari di allora? Naturalmente la famiglia Segni, che ancor oggi rinnova ciclicamente la sfida. Da qualche anno è impossibile non notarla al timone della sua barca, la bionda chioma frustata dal vento, mentre conduce l’equipaggio di Oloturia, ad alta rappresentanza femminile, verso il traguardo della Regata della Vela Latina, una delle principali manifestazioni nautiche, nel suo genere, del Mediterraneo.
Ad accompagnarla nei giri di boa nel golfo dell’Asinara, le sorelle Caterina ed Anna Paola e le amiche di sempre, Marialisa Carboni e Nicoletta Pucci. Un legame nato proprio grazie alla vela ed all’amicizia delle famiglie, da sempre riunite per le vacanze a Stintino.
“Fin da piccole – ricorda Maria Laura – ci divertivamo a sfidarci su Optimist e Flying Junior. Poi sulle barche di famiglia e da qualche anno abbiamo creato un vero e proprio team eleggendo Oloturia barca ufficiale”. Tutte belle, giovani e agguerrite. Un vero colpo basso per gli sfidanti! “Siamo talmente affiatate che abbiamo deciso quattro anni fa di metterci insieme, costituendo la Business & Communication Network, società di Comunicazione, Formazione e Relazioni Pubbliche che – non potrebbe essere altrimenti – va… a gonfie vele”. Le grandi società “mandano in barca” i loro manager ad imparare la convivenza; Maria Laura ha applicato con naturalezza questo concetto al contrario: “manda in ufficio” le amiche-equipaggio già ben rodate a bordo di Oloturia!